Il 27 aprile u.s. è mancata Renata Lollo per anni docente di Letteratura per l’infanzia all’Università Cattolica di Milano; sono vicino alla Famiglia e alla Comunità scientifica che l’ha conosciuta e apprezzata

Cara Renata,

ricordi gli anni del “Ragguaglio librario” e della nostra antica conoscenza?…”. Iniziava così la lettera che avrei voluto scrivere a Renata quando avevo saputo dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute; immaginavo infatti che sarebbe stato di conforto tornare agli anni lontani della comune attività nel campo dell’Italianistica, ripensare ai nostro Maestri (lei Ines Scaramucci, io Fausto Montanari), entrambi cattolici e montiniani, attenti alla dimensione interiore come spazio di libertà ma anche saldi e coerenti nella vita civile, nella ricerca e nella pratica educativa. Renata aveva dedicato la prima parte della sua vita professionale allo studio della poesia novecentesca  soffermandosi  in particolare sull’opera di Clemente Rebora e pubblicando, nel 1967, un saggio,  La scelta tremenda. Santità e poesia nell’itinerario spirituale di Clemente Rebora che già dal sottotitolo indicava quella “direzione di marcia” che sarà la costante della sua ricerca: “dialogare” con i testi per scoprire l’intima essenza degli autori che, attraverso l’arte, danno senso alla loro vita. A metà degli anni Novanta del secolo scorso, al momento del suo “passaggio” dall’Italianistica alla Letteratura per l’infanzia, accademicamente collocata in ambito pedagogico, Renata portò, in dote capacità di inquadramento storico, finezza di lettura, volontà di dialogo, tutti elementi capaci di giocare un ruolo sia nell’esame di quelle personalità, soprattutto femminili (da Daria Banfi Malaguzzi Valeri ad Olga Visentini), che, fra Otto e Novecento, giocarono un ruolo fondamentale nello sviluppo letterario, scolastico e critico della Letteratura per l’infanzia sia nella definizione degli orizzonti epistemologici della materia stessa; opere come La letteratura per l’infanzia tra questioni epistemologiche e istanze educative (2002) e Sulla letteratura per l’infanzia (2003) restano come esempio delle possibilità interpretative che ancora si aprono sul territorio della comunicazione per l’infanzia e questo accenno all’andare più il là – sono sicuro – avrebbe fatto felice Renata capace di leggere nell’Altrove della Letteratura per l’infanzia un Oltre di cui spesso si sente il bisogno.