Il 29 maggio u.s. se n’è andata anche Carla Poesio punto di riferimento a livello internazionale della Letteratura per l’infanzia.
Annunciando la scomparsa di Carla Poesio, Letizia Galli ha scritto agli amici: “Se ne va un pezzo della nostra vita”… È vero: Carla, anche ora che si muoveva a fatica, era una grande, straordinaria presenza; l’avevo incontrata a Firenze, dopo la Fiera di Bologna, all’inaugurazione della bella mostra, appunto, di Letizia Galli ed era la Carla di sempre, lucida e aperta anche se la sua sorridente gentilezza aveva un velo di malinconia per la recente, prematura scomparsa in Gran Bretagna del figlio Giannandrea e per l’impossibilità di andargli a dare un ultimo saluto. Carla aveva occhi che esprimevano tutta quella sana curiosità e quella voglia di conoscenza che solo una persona colta e gentile può possedere. In anni ormai lontanissimi io, giovane studioso, guardavo con un certo sospetto il mondo che si era formato e che girava intorno al Centro Didattico Nazionale di Firenze e alla rivista “Schedario”: mi sembrava un universo un po’ arretrato e provinciale rispetto alle nuove istanze che cominciavano a emergere nel mondo della letteratura per l’infanzia ma comincia a ricredermi quando ebbi tra le mani il catalogo bilingue (italiano e tedesco) della Mostra del libro italiano per l’infanzia e la gioventù che, nell’autunno 1977 (quarant’anni fa!), Carla aveva portato a Monaco di Baviera e dove presentava come autori di rilievo proprio quei nomi che, in quel momento, a me parevano meno legati al conformismo (fra gli altri Argilli, Bufalari, Rodari, Tumiati). Continuai nel mio percorso di crescita (allontanare i pregiudizi è sempre una crescita) quando Carla, sapendo della mia presenza a Firenze come commissario alle prove di ammissione all’ISEF, mi invitò a casa sua: entrai in una magnifica biblioteca soprattutto di teatro (suo marito, Paolo Emilio Poesio, era autorevolissimo critico teatrale e giornalista della “Nazione”) e cominciammo a parlare… Anni di rapporti spesso ravvicinati (alla Fiera di Bologna), altre volte telefonici non sono poco e ogni occasione lasciava in me un segno difficile da definire, una mescolanza di alta qualità del pensiero e semplicità nel discorso, di riflessione critica netta e signorilità nell’esposizione…Carissima Carla ci mancherai…
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