Progetto per Sampierdarena –  Municipio Centro Ovest

Via Vicenza 6

Nonostante possa vantare un “pedigree” sampierdarenese da diverse generazioni e attualmente occupi (ancora per pochissimo) la posizione di assessore comunale alla Scuola, Biblioteche e Politiche giovanili, in questi cinque anni non sono stato troppo coinvolto nelle vicende del Centro Ovest, direi anzi che il Municipio II è stato quello con cui ho avuto meno contatti. Anche se da “sampierdarenese clandestino”, ignorato dalla politica municipale e dalla “localissima” stampa, mi sento di dire la mia sul passato, sul presente e sul futuro di Sampierdarena e inauguro questo settore del sito intitolandolo Sampierdarena insieme convinto come sono (lo dirò in seguito) che il futuro amministrativo del Municipio II (e non voglio dimenticare San Teodoro) sia da giocare più sul senso civico dei suoi cittadini che sulle liste di partito, più sulla buona volontà di chi a Sampierdarena (e a San Teodoro) vive e lavora che sul bilancino dell’appartenenza a partiti o correnti. Ai “professionisti” della “politica di quartiere” antepongo il bagaglio di esperienza e il patrimonio di idee di tanti “cittadini attivi”  disposti ad impegnarsi e a vivere, per uno o due cicli, l’esperienza amministrativa come servizio alla collettività. Ma ora entriamo nel vivo del nostro discorso.

Salita Millelire

Il passato: non voglio scrivere cose note ai più, dire delle ville sampierdarenesi, della borghesia locale meno conservatrice che altrove, del processo di industrializzazione, del forte senso mazziniano e socialista, delle prime cooperative, di una scuola che fu molto attenta ai processi di alfabetizzazione… voglio solo riprendere qui e far conoscere alcuni miei contributi di tipo saggistico che in anni lontani hanno visto la luce in volumi, cataloghi, periodici e costituiscono il segno del mio tenace legame con Sampierdarena: si tratta di Medici di casa nostra, su Onofrio Scassi e la sperimentazione del vaccino scritto insieme all’amico medico Agostino Maretti (“L’Ospedale di San Pier D’Arena”, vol. 10, 1971 – 1972); di una breve riflessione sulla produzione letteraria del sampierdarenese Pietro Chiesta (1858 – 1915)  deputato socialista (Tra Otto e Novecento in La letteratura ligure. Il Novecento, Genova, Costa & Nolan, 1988); di tre brevi saggi di “ambiente” sampierdarenese, uno sullo Sport (San Pier d’Arena: voglia d’autonomia nel catalogo della Mostra Genoa, Doria, Samp & dintorni, De Ferrari Editore, 1998), il secondo sulla storia della scuola (La scuola a Sampierdarena nel mio volume Scuola educazione immaginario, Brigati, 1999), il terzo (“Eroi” genovesi nel catalogo della Fra la via Aurelia e il West. Racconti e immagini di Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, Consiglio di Circoscrizione II Centro Ovest, 2000) su Giuli Bai personaggio meno noto di Giancarlo Berardi, uno dei “grandi” del fumetto internazionale, per molti anni sampierdarenese. Se i miei pochi lettori sampierdarenesi avranno tempo, troveranno in questi lavori  qualche spunto in più per guardare al passato progettando il futuro.

Industrie sampierdarenesi del passato

La scuola importante

Il presente: quando dico di essere nato a Sampierdarena, di abitare a Sampierdarena, di trovarmi bene a Sampierdarena noto negli sguardi e nelle parole di molti interlocutori “foresti” (nel senso anche di abitanti di altre zone di Genova) uno sguardo si stupore, quasi di commiserazione, ma Sampierdarena – è bene dirlo ad alta voce – non è il Bronx anche se la ripetizione (giaculatoria o mantra a seconda delle preferenze religiose) della parola degrado (il mio amico Mario Paternostro ha scritto in un editoriale di Primo Canale: “provino a passeggiare in via Cantore dopo le nove di sera, salgano al Campasso” e io gli ho risposto invitandolo alle nove di sera in via Cantore dove probabilmente non troverebbe orde di scassinatori, bande di latinos, gruppi di narcos ma solo gente normale… Certo, i negozi sotto i portici sono chiusi ma non è che alle nove di sera via XX Settembre pulluli di vetrine accese…) ha contribuito ad abbassare in modo drammatico il valore degli appartamenti e ad aumentare esponenzialmente il senso di insicurezza dei cittadini. Se mi guardo intorno, però, vedo anche tanta disponibilità all’impegno, tanta voglia di valorizzare il nostro territorio ed è una voglia che trova concretizzazione non nei partiti cui oggi (a torto o a ragione) manca l’appeal, ma in un associazionismo diffuso che vede centinaia di cittadini impegnati nei campi più diversi. Fare un elenco delle diverse realtà comporta – è ovvio – delle esclusioni che però non sono frutto di dimenticanza ma di semplice necessità di velocizzare questa parte del discorso per passare al futuro. Ecco l’ANPI Sampierdarena, l’Auser Martinetti che recentemente ha avuto una nuova sede presso il Centro Civico “Buranello”, la Sezione di Sampierdarena del C.A.I., l’Associazione “Cercamemoria” presso la Biblioteca “Gallino”, il Circolo Musicale Risorgimento presente dalla seconda metà dell’Ottocento, i commercianti (dal Consorzio “Via Cantore e dintorni” al nuovo Civ sperimentale “Le ville storiche di Sampierdarena”), la “Croce d’oro” nata nel 1898, il Don Bosco che dal 1872 è presenza fondamentale nel tessuto urbano di Sampierdarena, gli “Amici del Cinema”, “ART – Associazione per la Ricerca Teatrale”,  lo storico “Gazzettino sampierdarenese” giunto al 46° anno, il “Gruppo Mafalda”, associazione di donne impegnate nella promozione sociale e culturale, il “Comitato “Sampierdarena e le Donne”, le benemerite “Officine Sampierdarenesi” autentica fabbrica di idee e di proposte, “gli Scariolanti” laboratorio musicale di canzoni popolari di impegno politico e civile, l’UNITRE – l’Università delle tre età attiva dal 1987 con moltissimi corsi e iscritti e poi le innumerevoli Società sportive, i Forum delle  Associazioni di Sampierdarena e San Teodoro e del Commercio, le tante Associazioni che a diverso titolo svolgono attività nel Municipio, dal Circolo Culturale “Nicolò Barabino” all’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco, dall’Associazione Nazionale Carabinieri alla  benemerita Associazione “La Piuma” che ha in concessione pluriennale Forte Tenaglia e che porta avanti i valori dell’accoglienza, ai gruppi che hanno lavorato al progetto “Coloriamo Sampierdarena” (l’Agenzia dei diritti “Chico Mendes”, l’ATS (associazione temporanea di scopo) del Centro Servizi Minori e Famiglie Centro-Ovest, la Casa del Quartiere, il Laboratorio SampyLEO). Come si vede un tessuto forte, dunque, che si oppone al pessimismo e alla disgregazione sociale. E ora…

Il futuro: “Officine sampierdarenesi” ha presentato un rilevante programma in 5 punti ben articolati al loro interno che ritengo utile riprendere adattandoli a quelli che a mio parere sono elementi qualificanti e realizzabili in un quinquennio e con l’attuale ordinamento amministrativo dei Municipi:

1. Ambiente. Partiamo dal dato generale che lega l’attività portuale di Sampierdarena a diverse tipologie di inquinamento, da quello dell’aria a quello acustico, quindi ciò che viene proposto da “Officine sampierdarenesi” coglie nel segno: spingere per l’elettrificazione delle banchine ma anche evitare che i mezzi pesanti attraversino ad ogni ora alcune vie del Municipio. La funzione di un’amministrazione municipale può essere di spinta a questi obiettivi senza però trascurare quello che realmente potrebbe realizzare in accordo, per le rispettive competenze, con l’amministrazione comunale, la Città Metropolitana, ARPAL e AMIU

  • posizionare in modo convincente centraline per l’analisi dell’aria e dare informazione chiara ai cittadini
  • non trascurare l’elettrosmog relativo alla telefonia mobile e verificare il posizionamento di centraline per il controllo dello stesso
  • utilizzare qualche altro voltino di via Buranello come ecopunto
  • utilizzare la videosorveglianza per evitare e sanzionare la discarica abusiva presso di cassonetti di  oggetti ingombranti (dai divani ai frigoriferi)
  • incentivare le buone pratiche di raccolta dei rifiuti attraverso un’informazione chiara ai cittadini su orari di raccolta, pulitura strade, interventi specifici
  • agevolare i commercianti nella raccolta dei rifiuti insistendo con l’amministrazione comunale per una ridefinizione della tassa specifica
  • intervenire con ENEL e con l’amministrazione comunale per una “nuova vita” della centrale dismessa (un funzionario dell’ENEL mi parlava, in un primo informale abboccamento, di attività informative ed educative sull’energia dedicate alle scuole)
  • rifiutare l’ipotesi del trasferimento del polo petrolchimico a Sampierdarena
  • valorizzare gli spazi verdi dei nostri giardini incentivando il volontariato ma anche dotandoli, attraverso forme di sponsorizzazione, di giochi a norma per bambini

2. Commercio. Nessun dubbio sulla correttezza dell’analisi di “Officine”, sul fatto che dal 2002 il centro commerciale Fiumara abbia sancito la crisi di quel commercio di vicinato che costituiva un punto di forza del tessuto sampierdarenese e che, oggi, il 26% delle 1900 attività commerciali sia chiuso e che delle restanti l’11% sia gestito da extracomunitari. Inutile, però, lasciarsi andare alle nostalgie magari ripensando al fatto che se nella seconda metà degli anni Novanta i colleghi Ingegneria non avessero snobbato l’idea di trasferire lì la loro Facoltà, oggi noi sampierdarenesi avremmo una struttura diversa, certo meno alienante di un Centro commerciale, e gli stessi professori di Ingegneria non dovrebbero lamentarsi per il futuro trasferimento ad Erzelli… Ma torniamo a fare i conti con la realtà e a pensare a soluzioni praticabili nei cinque anni di mandato partendo dalla constatazione che negli ultimi mesi qualcuno di buona volontà ha scommesso sulla qualità e sull’eleganza dell’offerta, penso a Stefania Mantero e alla sua caffetteria Dolci & Caffè” ma anche alla bellissima ludoteca “Giocomondo” aperta in via Daste e dedicata ai bambini dai 3 ai 12 anni. Occorre dunque:

  • dare nuova forza al Forum per il commercio di Sampierdarena ridiscutendo insieme la possibilità di nuovi bandi per  la sua valorizzazione
  • contribuire allo sviluppo dei CIV con una specifica delega assessorile valorizzando iniziative come quella del manifesto in cui i commercianti di via Cantore “hanno messo la faccia”, il CIV Rolandone o quello sperimentale “Le ville storiche di Sampierdarena”.
  • arrivare alla costruzione di “Patti d’area” che facciano ripartire situazione degradate, migliorino quelle esistenti e impediscano l’apertura di locali non compatibili con la realtà territoriale; strumenti per realizzarli:

a. da parte dei proprietari riduzione del canone di locazione (per un certo numero di anni) a fronte di una significativa riduzione delle imposte locali

b. accordi con Genova Parcheggi per costo soste

c. iniziative congiunte per la valorizzazione dei negozi sampierdarenesi

d. controllo capillare su licenze, orari di apertura,  vendite di alcolici degli innumerevoli Minimarket che spesso mettono insieme generi alimentari, Money Transfert, “bar”.

3. Sicurezza. Dal 1971 al 2015  la Città ha perso più del 28% della popolazione, Sampierdarena non fa eccezione e ne ha perso circa il 30%; diversa è la presenza di stranieri visto che a Genova questi costituiscono circa il 9% della popolazione mentre a Sampierdarena raggiungono quasi il 17% a causa soprattutto della consistente comunità ecuadoriana. Ho inserito questo dato prima di aprire la pagina della sicurezza e l’ho fatto un po’ provocatoriamente per prendere le distanze sia dagli estremismi razzistici che dal buonismo ad ogni costo. Voglio dire che una nazione di emigranti come la nostra non può ignorare il dovere dell’accoglienza e Genova non può fare eccezione visto che proprio dal suo porto partivano, a fine Ottocento, verso le Americhe intere nostre famiglie. Resta il fatto che troppo spesso si è accettato e si accetta il flusso migratorio senza quelle regole elementari che potrebbero evitare tensioni; mi domando, al proposito, se sia stata ponderata la scelta del Prefetto di voler spostare 130 richiedenti asilo dalla Fiera di Genova all’ex bocciodromo di San Benigno, non dimentichiamo, infatti, che Genova è già che sopra la soglia di accoglienza prevista dal Ministero dell’Interno e che accoglienza non vuol dire abbondanza di stranieri fermi in luoghi strategici (supermercati, vie trafficate) a chiedere l’elemosina. Senza il rispetto delle regole e la garanzia del mantenimento del decoro, che è anche salvaguardia della dignità umana, la parola “accoglienza” suona vuota e retorica. Mi chiedo:

  • si può fare qualcosa per evitare che il vagabondo di turno, ormai da settimane,  occupi “militarmente” con coperte, scarpe, zaini una panchina di via Cantore?
  • si può rendere la vita difficile ai tanti rovistatori dei cassonetti che “scavano” nelle immondizie e lasciano poi marciapiedi ingombri dai rifiuti?
  • si può evitare che all’esterno di alcuni minimarket la pubblica via diventi bar a cielo aperto?
  • e che analoga sorte tocchi a piazza Settembrini e a piazza Modena?

E se a queste semplici domande ne aggiungo altre più sostanziali relative ai cosiddetti “circoli culturali”, alle sale da gioco, alle abitazioni di residenti poco identificabili, non posso che rimettere al centro il discorso dell’ordine e della sicurezza, aggiungendo che, senza incertezze e senza ideologizzazioni in un senso o nell’altro, un’Amministrazione municipale dovrà entrare nel cuore del problema partendo dall’immediata istituzione di un tavolo congiunto con Prefettura, Questura e Forze dell’ordine e mettendo all’OdG oltre ad eventuali presidi, chiusure e revoca di licenze, nuove ordinanze “antimovida”, un’attività capillare di indagine che verifichi anche attraverso accertamenti bancari:

  • la regolarità dei tanti contratti d’affitto dei locali e degli appartamenti
  • la correttezza dell’operato di associazioni che riconoscono il titolo di “circoli culturali” a locali che di “culturale” hanno ben poco. I nomi di tali associazioni di livello nazionale sono stati documentati da Massimiliano Salvo in un articolo di “Repubblica” del 26 giugno 2016: Federitalia, “Associazione italiana per l’assistenza, lo sport e il tempo libero; T.a.i, “Ente per il teatro e lo spettacolo amatoriale italiano”; Csen, “Centro sportivo educativo nazionale”; Capit, “Confederazione di Azione Popolare Italiana”

4. Turismo, scuola e cultura. Uno spunto di riflessione ci viene sempre da “Officine sampierdarenesi” che nei punti del programma segnala come attrazione la Lanterna e il relativo parco: effettivamente fa un po’ di impressione notare che anche la stessa valorizzazione del turismo governata dal Comune parta dal colle della Lanterna e vada solo verso est, verso il centro storico e i suoi palazzi. In questi anni quasi  tutto quello che è stato fatto per valorizzazione, ad esempio, le ville sampierdarenesi è nato grazie all’impegno del Municipio, delle associazioni locali, delle stesse scuole del territorio. Mi sento di sostenere un’inversione di marcia che non escluda la prima ma ne costituisca un prolungamento o un’alternativa almeno parziale: dalla Lanterna muovere verso ovest e scoprire la nostra Sampierdarena con percorsi definiti capaci di toccare le ville storiche, le creuze, le chiese, i forti ma pezzi di edilizia otto novecentesca, dal teatro Modena all’ex cinema Excelsior (1921) di piazza Vittorio Veneto dell’architetto Venceslao Borzani, dall’ex palazzo Bagnara di via Giovanetti, raro esempio di architettura industriale dei primi del Novecento destinato sia a fabbrica che a dimora degli operai, a qualche atrio di palazzi di via Cantore. Vediamo qualche idea di non utopica realizzazione:

  • preparare materiale specifico presso i punti informativi della Città, in particolare presso il parco della Lanterna e, a Sampierdarena, presso il Centro Civico
  • istituire un tavolo con la sezione genovese di AGTL (Associazione Guide Turistiche della Liguria) per valorizzare anche il nostro patrimonio di ville storiche e altro
  • istituire un tavolo con la sezione sampierdarenese del CAI e altre associazioni (ad esempio “Camminatori COOP”) per restituire l’agibilità a creuze (ad esempio salita Millelire che porta al forte di Belvedere) e organizzare percorsi ai forti Belvedere, Crocetta, Tenaglia includendo la chiesa di Promontorio e il santuario di Nostra Signora di Belvedere
  • attrezzare all’interno del Centro Civico una piccola mostra permanente sulla Sampierdarena storica
  • istituire un tavolo con i dirigenti scolastici di Sampierdarena (Istituti Comprensivi e scuole superiori) per valorizzare le possibilità offerte da “scuola-lavoro” e dalle specificità dei diversi istituti. Con una sorta di “fidelizzazione” degli studenti che a migliaia arrivano ogni giorno a Sampierdarena si potrebbero valorizzare anche gli aspetti commerciali (una “Green Card” specifica con sconti e promozioni per gli studenti di scuole sampierdarenesi)
  • favorire l’attività del Teatro dell’Archivolto e le iniziative di altre associazioni amatoriali (ad esempio il Club “Amici del Cinema” o “ART – Associazione per la Ricerca Teatrale”) per restituire a Sampierdarena un po’ di quella centralità che vedeva nel passato la presenza di decina di sale cinematografiche e teatri
  • fare un inventario delle associazioni sportive puntando non solo sul sostegno alla riqualificazione dell’impianto sportivo Morgavi di Belvedere ma anche sulla sistemazione di campetti (ad esempio quello sul retro della scuola Mazzini che stona rispetto ai due campi vicini della bocciofila Sampierdarenese e dell’Hockey)
  • utilizzare maggiormente il Centro Civico come contenitore di cultura e sport.

5. Urbanistica. La stratificazione storica dello sviluppo urbanistico di Sampierdarena offre diversi motivi di riflessione perché forse in nessun altro Municipio di Genova è possibile leggere cambiamenti così radicali, dalle torri difensive del XII e XIII secolo alle numerose ville del Cinquecento e dei secoli successivi, sontuose e prestigiose dimore delle famiglie patrizie genovesi; dall’industrializzazione di metà Ottocento che portò alla costruzione di case operaie verso la Valpolcevera (retaggio delle guerre d’Indipendenza sono i nomi di alcune vie: Bezzecca, Governolo, Vicenza) agli interventi mussoliniani degli anni Trenta del Novecento (la distruzione della spiaggia sostituita dai nuovi moli del porto non a caso intitolati alle conquiste coloniali italiane, lo sbancamento del colledi San Benigno, la costruzione della camionale e di via Cantore che tagliò i giardini delle ville patrizie); dall’espansione verso l’alto degli anni Sessanta agli interventi dell’ultimo quarantennio (WTC, Matitone, Fiumara, Torri Faro). Ricostruire un tessuto urbano a misura di cittadino non è facile ma alcuni interventi programmati possono andare nella giusta direzione:

  • L’impiego dei 24 milioni del “bando periferie” che vedono in primo piano gli interventi sul Palazzo della Fortezza, sul mercato di Piazza Tre Ponti, sul Centro Civico Buranello, sull’ex deposito rimozioni di via Sampierdarena, sull’ex biblioteca Gallino di via Cantore e sull’ex mercato ovo-avicolo del Campasso andrà monitorato passo dopo passo (dai bandi di gara all’attuazione dei lavori) con l’impegno della Giunta municipale a riferire periodicamente al Consiglio e alla Cittadinanza modi e tempi di attuazione. In particolare segnalo che la demolizione dell’ex Biblioteca Gallino e la realizzazione di un giardino al suo posto dovrebbe proseguire nella cura e sistemazione del giardino soprastante i box ora “selva” chiusa a passaggio e fruizione sia da parte degli utenti di Villa Ronco che da parte della scuola Barabino che ha proprio nel giardino l’uscita di sicurezza. Un orto didattico utilizzato dalle diverse scuole consentirebbe almeno la fruizione dello spazio da parte di bambini e ragazzi. Analogamente, nella sistemazione dell’ex mercato ovo-avicolo del Campasso dovrebbe concretizzarsi in via prioritaria la realizzazione della nuova sede della scuola dell’infanzia “Gilberto Govi” attualmente ospitata in un appartamento poco distante; si darebbe corpo così a un vero polo scolastico 0-6 (secondo la nuova legge nazionale)  che comprenderebbe il nuovissimo nido comunale “Il Bruco pellegrino” e la scuola dell’infanzia. Nel raggio di 200 metri avremmo un nido 0-3, una scuola dell’infanzia 3-6 e l’ottimo Centro Ragazzi gestito in convenzione da una cooperativa… La riqualificazione abitativa di un quartiere passa anche dai servizi per l’infanzia…
  • Fra Nodo di San Benigno, Nodo ferroviario, Strada di Lungomare Canepa nei prossimi cinque assisteremo (dopo gli inevitabili disagi dei “lavori in corso”) a una rivoluzione autentica della viabilità. Anche in questo la realizzazione dei lavori andrà monitorata con l’impegno della Giunta municipale a riferire al Consiglio e alla Cittadinanza; per evitare, poi, quanto paventato da molti e cioè l’isolamento di via Cantore e di tutto il centro di Sampierdarena sarà fondamentale lavorare intensamente fin dall’inizio del mandato sulle possibili modifiche delle zone di transito e sul punto 2 di questo documento perché non è detto che opere di riduzione del traffico o di pedonalizzazione di determinate aree costituiscano un danno per le attività commerciali e per la vita stessa dei cittadini.
  • Esiste un patrimonio immobiliare svalutato e in attesa della riforma del Catasto tornata recentemente alla ribalta nazionale, sarebbe intanto possibile creare un tavolo con Confedilizia, associazioni degli inquilini, amministratori condominiali e altri soggetti interessati per ragionare sulle possibilità di rilancio del patrimonio abitativo e commerciale.
  • Caso emblematico di colpevole degrado sono i voltini ferroviari di via Buranello: le resistenze di Rfi ad agevolare il riuso degli spazi magari con funzione espositiva non hanno a mio parere trovato un’amministrazione municipale pronta a battere i pugni; devo dire, anzi, che l’episodio che sto per raccontare mi pare emblematico di un’oggettiva difficoltà ad agire: c’era fino a pochi mesi fa sul fondo di via Buranello, verso ponente, una merceria storica; un giorno lessi il cartello di svendita della merce per chiusura, entrai e vidi in uno scaffale la foto che ora riproduco:

la bottega con gli stessi arredi esisteva dal primo Novecento, il titolare che stava lasciando l’attività per ragioni d’età non aveva toccato nulla neppure il pavimento d’epoca in piastrelle grigie. Il gentile signore mi lasciò fotografare la vecchia immagine e mi disse che un suo cliente piemontese voleva comprare il pavimento smontandolo e sistemandolo in una sua casa di campagna:

Tale e quale fino ad oggi…

Il pavimento

A me il negozio con gli arredi di primo Novecento pareva un’ottima occasione per trattare sia con il proprietario che con Rfi valutando insieme la possibilità di mantenere lo spazio tale e quale, utilizzandolo come sede di promozione anche sulla storia di Sampierdarena… Informai i vertici del Municipio, ne parlai con un autorevole politico locale e… non è successo nulla, nessuno ha ritenuto di darmi risposta… Il negozio è chiuso… ci saranno ancora gli arredi compreso il pavimento? Al di là della piccola polemica recuperare almeno parte dei voltini diventa prioritario per un’amministrazione municipale che alle parole voglia far seguire i fatti.

6. Deleghe assessorili. Composizione delle deleghe ai tre assessori previsti tenendo conto che ove fosse eletto un presidente residente a Sampierdarena l’opportunità consiglierebbe un Vicepresidente residente a San Teodoro con delega specifica sul quartiere. In ogni caso bisognerebbe evitare la “dispersione” delle deleghe che, sotto l’apparente idea di partecipazione di più consiglieri al lavoro amministrativo, spesso costituiscono elemento di confusione (in qualche Municipio si è arrivati a 11 argomenti di delega). Quindi un Presidente e tre assessori (uno con il ruolo di Vice) che, all’insegna della professionalità, mantengano sotto la loro diretta responsabilità gli argomenti di cui abbiamo trattato: ambiente; commercio; sicurezza; turismo, scuola e cultura; urbanistica.

 

In conclusione: nella strutturazione di liste per Sampierdarena non domandiamoci da dove arriviamo ma solo dove vogliamo andare, cosa desideriamo costruire insieme; chiediamoci non cosa vogliamo da Sampierdarena, ma cosa noi insieme possiamo fare per Sampierdarena, lontani dai populismi, dalle demagogie, dai facili campanilismi ma legati al nostro Municipio come a una piccola patria capace di accogliere ma anche di essere severa, di stare vicina ai cittadini ma anche di trasmettere un senso di serietà e di rispetto istituzionale.