I. Stati Generali. Dunque ci siamo: gli “Stati Generali della Città di Sampierdarena” sono stati convocati per le 20,30 dell’8 gennaio al Teatro Modena, ne ha dato notizia sulla pagina genovese di “la Repubblica” (14 dicembre 2017) Gianfranco Angusti “anima” benemerita delle “Officine sampierdarenesi” e curatore dell’iniziativa. Già nei miei articoli della primavera pubblicati in questo sito avevo visto in “Officine sampierdarenesi” una delle presenza forti capace di fare proposte sensate per il territorio senza scadere nella facile demagogia che in questi pochi mesi preelettorali sicuramente ci bombarderà. Nell’articolo di Angusti  (da notare giustamente il riferimento a Sampierdarena come “Città” di cui troppo spesso la politica sembra dimenticarsi relegando i Municipi a un ruolo burocratico-amministrativo) sono segnalati con precisione i cinque punti già evidenziati che costituiscono a mio parere un programma elettorale preciso e soprattutto realizzabile:

  1. sicurezza e vivibilità
  2. infrastrutture e urbanistica
  3. riqualificazione urbana
  4. ambiente e gestione dei rifiuti
  5. patrimonio artistico e culturale

Ero intervenuto dettagliatamente su ognuno di questi punti nel mio testo Sampierdarena insieme pubblicato su questo sito il 25 aprile 2017 (potete leggerlo), ora per brevità mi limiterò a pochi cenni partendo dal primo che per certi politici sembra godere di uno spazio privilegiato perché tocca la “pancia” più che la “testa” delle persone e consente di alzare la voce facendo di ogni erba un fascio (l’ultimo riferimento lessicale è capitato per caso): anzitutto mi pare importante distinguere fra “sicurezza” e “percezione della sicurezza” perché non v’è dubbio che se i dati della criminalità – secondo la Questura – non sono in aumento è altrettanto vero che la cospicua presenza di sale gioco, “circoli culturali”, vetrine di transfer money-minimarket “etnici” aperte a tutte le ore con il contorno umano di chiasso, risse, ubriachi e vuoti di birra accumulati (la documentazione visiva che allego è stata realizzata in via Nicolò Daste giorni fa e oggi 28 dicembre)

anche se non coinvolge direttamente gli abitanti dà l’idea di un degrado più forte dei dati stessi e provoca una generalizzata contestazione (spesso demagogicamente alimentata) fra italiani e “stranieri”. Recentemente il Commissario leghista nominato dal Sindaco ha suonato sui social la grancassa per sé e per l’assessore comunale del suo partito perché è stata definitivamente revocata la licenza a uno dei tanti “circoli culturali”, naturalmente i “bravo” al commissario sampierdarenese si sono sprecati anche se – ad onor del vero – gran parte del risultato va ai singoli cittadini, alle stesse “Officine” che da anni segnalavano il problema e  all’attenzione che il nuovo questore Sergio Bracco (a Genova dall’estate 2016) pone al tema delle zone cittadine più a rischio… Perché è bene dirlo con chiarezza: un provvedimento di chiusura definitiva di un locale non è un atto di eroismo di un assessore ma un atto amministrativo che rischierebbe di essere viziato di illegittimità se non supportato da motivazioni forti (nel caso specifico, a partire dal 2015,  i diversi provvedimenti di sospensione della licenza alla vendita di alcolici e di chiusura temporanea a carico del locale e lo stesso nuovo orientamento della Questura hanno consentito il provvedimento definitivo). In ogni caso, al di là delle fanfare elettorali e mediatiche, chi si proporrà di amministrare il Municipio dovrà  impegnarsi per allargare il tema al controllo della regolarità dei tanti contratti d’affitto di locali e appartamenti e della correttezza dell’operato di associazioni che riconoscono il titolo di “circoli culturali” a locali che di “culturale” hanno ben poco (come ho già scritto i  nomi di tali associazioni di livello nazionale sono stati documentati da Massimiliano Salvo in un articolo di “Repubblica” del 26 giugno 2016: Federitalia, “Associazione italiana per l’assistenza, lo sport e il tempo libero; T.a.i, “Ente per il teatro e lo spettacolo amatoriale italiano”; Csen, “Centro sportivo educativo nazionale”; Capit, “Confederazione di Azione Popolare Italiana”).

A quanto scritto il 25 aprile 2017 avrei poco altro da aggiungere (leggendo il pezzo vi accorgerete della sua “corposità”) se non fare una precisazione a proposito della recentissima demolizione della ex Biblioteca Gallino di via Cantore e della programmata realizzazione di un giardino pubblico sull’area: nel numero di Natale il benemerito “Gazzettino sampierdarenese” (anche se al “Gazzettino” non lo sanno, sono un lettore dello stesso dai tempi “antichi” in cui Vittorio Mario Roncagliolo parlava della nostra storia e delle nostre tradizioni) ha pubblicato un lungo, documentato articolo di Gino Dellachà su I giardini di via Cantore e di Villa Ronco in cui l’autore lega giustamente il prossimo giardino a quello preesistente sulla copertura dei box accessibile anche attraverso un ascensore, ma chiuso da moltissimi anni per ragioni di sicurezza (fu subito vandalizzato e divenne rifugio di tossici); la conclusione di Dellachà è “non è mai più stato aperto al pubblico”. A questo punto – anche se sono lontano da ogni forma di presenzialismo e autoreferenzialità – voglio fare una precisazione: come assessore comunale alla scuola, ben conoscendo la situazione dei giardini, organizzai diversi incontri fra la Direzione Patrimonio del Comune, i gestori di Villa Ronco e l’amministratore dei box per valutare insieme, superando l’intricata situazione delle responsabilità di cura e gestione, la possibilità di apertura del giardino almeno al nido e alla scuola dell’infanzia di Villa Ronco e alla secondaria di primo grado “Barabino” che ha un’uscita di sicurezza sul giardino stesso; l’idea avrebbe consentito di mantenere in sicurezza lo spazio, di favorire qualche esperienza “verde” ai piccolissimi e ai più grandi e soprattutto di consentire ai genitori che portano i bimbi al nido e all’asilo di non dover fare con i passeggini la ripida rampa dei box. Gli incontri – soprattutto l’ultimo con la nuova amministrazione dei box – avevano comunque messo in evidenza la comune volontà di collaborazione, restava ovviamente la parte pratica: la sistemazione dell’accesso alla scala e all’ascensore, la cura del giardino… Poi il mio mandato assessorile è terminato e non so se qualcuno abbia preso in mano la situazione, ritengo comunque che l’impegno a trovare una soluzione, non appena il giardino di via Cantore sarà pronto,  possa far parte del programma elettorale di chi si proporrà come Presidente del Municipio.

II. Cosa fa la politica? Delle scelte sbagliate del PD nelle candidature ho già detto negli interventi precedenti su questo sito (Perché come cittadino di Sampierdarena non sono soddisfatto… del 29 maggio 2017 e Ancora su Sampierdarena del 25 agosto 2017) e i fatti sembrano avermi dato ragione: abbiamo un centrosinistra quasi annichilito e scomparso dai radar, in compenso nell’intervento del 25 agosto  mi auguravo un Commissario davvero super partes capace di far transitare con calma alle nuove elezioni, invece il sindaco Bucci pare aver ascoltato le indicazioni dell’azionista di maggioranza della sua amministrazione e ha nominato un commissario di parte che mi è sembrato – ma forse mi sbaglio – più impegnato a contendere la prossima candidatura a Presidente a un suo collega di partito che a segnare una forte presenza anche nell’ordinaria amministrazione… Ritorno alla modestissima proposta dei miei interventi precedenti: la costituzione di Lista Civica fatta da chi a Sampierdarena vive e lavora, una Lista Civica che coaguli persone intorno a un programma di cose da fare e non a un qualche proclama demagogico, una Lista Civica che garantisca trasparenza negli atti amministrativi e non risponda a logiche di partito o di corrente, una Lista Civica che tenga conto delle tante realtà associative presenti sul territorio. Forse la mia è una provocatoria utopia: ma perché “Officine sampierdarenesi” non raccoglie la sfida?