Perché non pane e acqua?
La domanda si pone davanti alla sicurezza della sindaco di Montevarchi che ha condannato i bambini – figli di genitori morosi nei riguardi della mensa scolastica – a mangiare solo pane e olio separati dagli altri. Cosa dire? Ormai non ci si stupisce (e indigna) più di nulla in questa Italia dove amministratori e cittadini (non tutti ma una parte consistente sì) sembrano aver perso il senso del limite, della convivenza civile, della solidarietà. Una giustificazione che molti oltranzisti portano è “prima gli Italiani” ma a Montevarchi il discorso sembra cambiare: “prima gli Italiani che possono pagare”… gli altri si accontentino della pubblica carità di un po’ di pane con olio… Colpisce che la sindaca che, fra l’altro, è una psicoterapeuta abbia ribadito che l’aver separato i bambini in base alla solvibilità delle famiglie (e del cibo loro somministrato) non costituisca trauma… non osiamo ribadire a tanta autorevolezza psicologica e ci limitiamo a qualche consiglio che consentirebbe alla sindaca di rendere più efficace la sua posizione:
- dare ai bambini “morosi” pane e acqua più digeribile del pane e olio (si sa che l’olio toscano può essere pesante)
- isolare i bambini “morosi” in fondo alla classe imponendo loro, invece delle tradizionale orecchie d’asino, un cappello da cuoco per ricordare la “colpa”
- far scrivere cento volte, ogni giorno, ai “morosi” “devo pagare la mensa scolastica”
- mettere sul portone della scuola e nei portoni delle abitazioni dei bambini “morosi” (indicandoli ovviamente per nome e cognome) qualche frase ad effetto tipo “Ricordati che devi pagare”, “Non dimenticare che anche il tuo pane è frutto della bontà della Sindaca”, “Non puoi mangiare alle spalle dei tuoi compagni che pagano…”
Altri consigli non saprei dare anche perché quello che la maggior parte degli amministratori locali fanno (dar comunque da mangiare ai bambini e recuperare i crediti dalle famiglie attraverso tutti gli strumenti legali previsti) mi pare troppo moderato e di buon senso, non garantisce la visibilità mediatica che posizioni rozze e oltranziste come quella della sindaca di Montevarchi garantiscono.
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