I. Prediche inutili. Ho piena consapevolezza che tutte le mie note dedicate a Sampierdarena siano altrettante “prediche inutili” (anche se di livello decisamente inferiore a quelle di einaudiana memoria), ma proprio per questo assaporo in tutta libertà il piacere di redigerle. “Nelle precedenti puntate”, aspettando l’8 gennaio gli “Stati Generali della Città di Sampierdarena” organizzati da “Officine sampierdarenesi”, avevo un po’ provocatoriamente parlato di una Lista civica capace di mettere al centro del proprio programma elettorale per il nostro Municipio, le reali esigenze del territorio senza la demagogia dei seminatori di paura e con la concretezza di chi, vivendo tutti i giorni una realtà, ne conosca i problemi. Ora che in un Teatro Modena gremito di cittadini gli “Stati Generali della Città di Sampierdarena” hanno avuto il loro svolgimento (ampio lo schieramento politico, dal sindaco Bucci, a un paio di assessore e diversi consiglieri comunali di maggioranza e minoranza), torno al discorso generale non senza aver prima riflettuto sugli esiti di quella serata: mi è piaciuta moltissimo l’introduzione di Andrea Sinisi che a nome delle “Officine sampierdarenesi”  ha delineato un quadro preciso delle vere e complesse problematiche sampierdarenesi: le infrastrutture, i lavori importanti che coinvolgono, oltre il Comune, soggetti diversi (dall’Anas alle Ferrovie,  dall’Autorità portuale alla Regione), gli spazi da riempire, la viabilità, la nuova identità, la necessità di processi partecipativi che non mettano gli abitanti davanti a fatti compiuti. Positivi dal punto di vista delle indicazioni e proposte tutti gli altri interventi moderati da  Stefano D’Oria, caporedattore del “Gazzettino Sampierdarenese” (Federica Alcozer, Manuela Arata, Marco  Benvenuto, Sara De Maestri, Giuliano Gallanti, Giovanni Spalla), fuori luogo parole e toni di Francesco Gastaldi, docente di architettura all’Università Iuav di Venezia, che è sembrato più interessato a costruire una polemica esegesi di un’espressione di Luca Borzani sull’edizione genovese di “Repubblica” che a dare agli ascoltatori indicazioni urbanistiche. Ancora alcune notazioni a margine:

  1. Le “Officine sampierdarenesi” si confermano forza trainante e le loro proposte sono già un programma per i prossimi quattro anni dell’amministrazione del nostro Municipio
  2. Fra gli interventi dal palco faccio mie le riflessioni di Manuela Arata su Sampierdarena come centro scolastico e serbatoio di culture: due elementi che – se ben amministrati – possono contribuire alla definizione di una nuova identità sampierdarenese e favorirne lo sviluppo economico
  3. Fra gli interventi dal pubblico mi ha colpito quello del presidente di un CIV che ha toccato i tasti dolenti della fine dei negozi tradizionali:  anche qui è inutile fingere o si evitano le licenze a nuove aperture di supermercati e si valorizza, anche attraverso agevolazioni economiche, la presenza di quegli esercizi che una volta costituivano l’anima di un quartiere o si getta definitivamente la spugna e si perde un altro pezzo di identità. Ci sarà qualche candidato alla presidenza che parlerà con chiarezza (e onestà) del problema?

A questo punto tornerei all’idea di una Lista civica capace di coagulare intorno a sé non i soliti noti della “piccola” politica ma i volti (nuovi o meno, giovani o meno giovani) di coloro che sul territorio vivono, lavorano, si muovono all’interno delle moltissime associazioni e magari hanno acquisito qualche “civica” benemerenza (penso al volontariato in tutte le possibili configurazioni)… Ma non sono così sprovveduto da pensare che i partiti, che comunque hanno una loro riconoscibilità almeno presso i cittadini meno giovani (se è vero il fatto che metà dei diciottenni è disinteressata alla partecipazione elettorale dobbiamo anzitutto riflettere sul fallimento di una “pedagogia civica” che non ha funzionato né all’interno della scuola né nel microcosmo della famiglia), rinuncino a comparire sulla scheda con i loro simboli, pertanto, penso che:

  • i partiti del centrodestra, dopo aver risolto qualche contenzioso in casa leghista sul candidato presidente, riusciranno a coagularsi, a placare gli appetiti di qualche sodale “digiuno” e a presentarsi uniti facendo leva sul tema ormai consueto della sicurezza e delegando all’amministrazione comunale, da cui dipenderanno in toto, ogni potere di controllo;
  • il Movimento 5 stelle farà magari le “parlamentarie” di Municipio (scherzando, visto che la  piattaforma Rousseau dà problemi,  suggerirei di noleggiare una “piattaforma” da qualcuna delle ditte di trasporti presenti a Sampierdarena…)
  • il centrosinistra probabilmente si presenterà… diviso… e qui francamente mi pare ci sia poco da scherzare; dei pessimi risultati elettorali sampierdarenesi del 2017 (la cui responsabilità è in gran parte del PD locale) ho già scritto e non voglio ripetermi, mi sento di affermare, però, che se, pur mantenendo i loro simboli, i partiti o raggruppamenti del centrosinistra non sapranno coagularsi intorno alle cose da fare per Sampierdarena e a una lista di candidati “civici” (magari senza tessera) non avranno troppe speranze di tornare al governo del Municipio. A me pare emblematico il caso della Lombardia: per ragioni che un comune mortale, lontano – come me –  dalle alchimie della politica, non riesce a spiegarsi, LeU ha rifiutato l’accordo con il PD, ha messo di fatto sullo stesso piano il candidato di Renzi, Giorgio Gori, e quello di Salvini, Attilio Fontana, allontanando per il centrosinistra ogni possibilità di  rimonta. Ho parlato della Lombardia perché se anche per Sampierdarena-San Teodoro le forze del centrosinistra si affideranno ai “massimi sistemi” della politica nazionale,  daranno sfogo a mille sottigliezze ideologiche, faranno prevalere le idiosincrasie e gli opportunismi personali, la partita sarà probabilmente chiusa in partenza…